lunedì 16 novembre 2015

Marketing, Comunicazione e Branding

Spesso i termini Marketing, Comunicazione e Branding sono usati impropriamente. Questo articolo ha lo scopo di evidenziare le differenze e il campo di applicazione.

Il Branding definisce la personalità e l'identità di un'azienda. Detta le linee guida della sua organizzazione, i suoi valori, i suoi scopi e fa si che possa attirare un particolare tipo di cliente che in essa si riconoscerà, in sintesi esprime la Vision(dove voglio arrivare?) e la Mission(come ci voglio arrivare?) dell'azienda. Il Branding, solitamente, non permette un ritorno immediato, si può considerare come la reputazione aziendale.

Il Marketing è una disciplina basata sulla statistica. E' utile introdurre il concetto di Marketing Mix, chiamato in gergo le 4P; Product, Price, Place (o placement) and Promotion. Successivamente, grazie al passaggio da un'economia orientata al prodotto ad una orientata al cliente si è passati alle 5P, aggiungendo People. Questi sono gli elementi che verranno analizzati e definiti nel Piano Marketing. Prima di qualsiasi scelta bisogna infatti analizzare i dati provenienti dal mercato, dai clienti, dai concorrenti e dalla produzione e trasformare il tutto in informazioni utili per prendere decisioni. Agire solo d’istinto a mio avviso per un’azienda può essere molto pericoloso.

La definizione di un piano Marketing può dividersi in 3 fasi: marketing strategico, analitico e operativo. 

Il Marketing Analitico è un'attività di ricerca e di studio del mercato, della clientela, dei concorrenti e della propria realtà aziendale. 

Il marketing strategico si basa sulla precedente analisi dei bisogni degli individui e delle organizzazioni. Questo aspetto del processo di marketing riguarda anzitutto l’individuazione, all’interno del mercato di riferimento, dei prodotti-mercato e dei segmenti già esistenti o potenziali. Di questi il marketing strategico misura l’attrattività in termini quantitativi, qualitativi (con riferimento all’accessibilità al mercato) e dinamici (con riferimento alla durata economica che è rappresentata dal ciclo di vita del prodotto).

La componente operativa (o tattica) del marketing ha il compito di realizzare concretamente le strategie definite nelle fasi precedenti, disponendo delle risorse (denaro, professionalità, tecnologia) nel modo più efficace. La tattica si realizza utilizzando le leve del marketing ovvero il marketing mix.

La comunicazione è uno strumento che dovrebbe essere a valle della strategia. La comunicazione è uno strumento utile sia al marketing che al branding. La  comunicazione in termini pratici è composta da tutti "messaggi" inviati direttamente o indirettamente ai vari portatori di interessi (stakeholders). Senza idee chiare e un obiettivo preciso non si va da nessuna parte e anche l’iniziativa promozionale più creativa può rivelarsi inutile e sbagliata.

Raramente il target della comunicazione coincide con il target di marketing. Esso può essere sia più ristretto- quando focalizza la comunicazione su cluster selezionati in grado talvolta di esercitare un certo effetto traino - sia più ampio - quando sia comunica non solo ai consumatori potenziali, ma anche a persone/organizzazioni che posso nutrire interesse per il bene/servizio offerto e intervenire in vario modo nel processo di acquisto: influenzatori, prescrittori, opinion leader/maker, operatori della distribuzione ecc.







giovedì 9 luglio 2015

Presentazione Prezi Italia


Casualmente questa mattina ho ritrovato la presentazione che preparai per l'international Lunch durante la mia permanenza in Bosnia-Erzegovina. Ogni persona doveva preparare dei piatti tipici, io preparai una pizza/bandiera italiana.

Potete trovare la presentazione a questo link: 





lunedì 30 marzo 2015

La mia prima pubblicazione scientifica

L'articolo, scritto insieme al Prof. Sotte, estende l'analisi svolta nella Tesi di Laurea magistrale al periodo di programmazione 2008-2013. L'articolo è nella sezione di approfondimento di Agriregionieuropa n.40.


La spesa della Pac in Italia 2008-2013

domenica 25 gennaio 2015

La mia prima pubblicazione scientifica, prossimamente su AgriregioniEuropa!


La seguente è una bozza dell'articolo che sarà pubblicato a marzo 2015 sulla rivista AgriregioniEuropa. Il lavoro estende l'analisi svolta nella Tesi di Laurea Magistrale all'anno 2013, analizzando l'intero settennio della spesa PAC in Italia.

Leggi la bozza

La spesa della PAC in Italia 2008-2012, Tesi di Laurea Magistrale

L’analisi che segue è volta a valutare la spesa complessiva della politica Agricola europea di cui beneficiano gli agricoltori Italiani nel periodo 2008-2012. Solo per una parte relativamente minore di tutta questa spesa, le Regioni (intese come istituzioni) hanno responsabilità diretta: quella relativa alla politica di sviluppo rurale del secondo pilastro della Pac. Ma la conoscenza complessiva dei volumi di spesa effettiva e della loro distribuzione sui territori regionali e tra i diversi beneficiari, è particolarmente importante per definire una strategia complessiva, dedurre le priorità di intervento ed evitare, al tempo stesso, sovrapposizioni tra misure e fabbisogni di intervento non coperti. L’analisi ha riguardato i pagamenti effettivi erogati nel quinquennio 2008-2012, finanziati da tre distinte fonti: (a) i pagamenti diretti del Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (Feaga diretti); (b) gli altri pagamenti del Feaga, che riguardano una lunga lista di interventi di mercato connessi alla Ocm unica: disidratazione foraggi, stoccaggio cereali e vino, restituzioni per lo zucchero, distillazione vino, estirpazione vigneti, miglioramento qualità,  latte e frutta nelle scuole e altri scopi minori (Feaga diversi); (c) i pagamenti erogati dal Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo Rurale (Feasr) compreso il cofinanziamento a carico dei bilanci nazionali e regionali. L’analisi si focalizzerà su diversi livelli territoriali, nazionale, a livello macro regionale, e regionale. Sia nell’ambito macroregionale che regionale sarà fatto un continuo confronto con il livello territorialmente superiore. Il database utilizzato proviene dalle rendicontazioni che gli Stati membri fanno direttamente e sistematicamente alla Commissione Europea, contenente l’elenco di tutti i beneficiari e le erogazioni nel periodo di programmazione. Nella divisione in macro Regioni farò riferimento alla divisione utilizzata dal data warehouse del 6° Censimento generale dell’agricoltura[1] e alla “nuova” classificazione di Regioni Convergenza e Transizione. L’analisi è finalizzata a conoscere e comparare i livelli di spesa in termini di evoluzione temporale e di distribuzione sul territorio e sulle diverse tipologie di beneficiari. Ci aspettiamo di trovare una distribuzione della spesa tra Regioni e tra diverse tipologie di beneficiari eterogenea, con le Regioni del Sud in prima fila come beneficiarie dei fondi Pac ma con scarsa propensione all’efficacia e all’efficienza dei fondi Feasr. Ci aspettiamo di trovare una maggiore componente femminile e in genere giovanile al Nord rispetto al Sud Italia. Il lavoro è diviso in tre capitoli. Il primo illustra, dopo un breve excursus storico sulla Pac, come i fondi erogati dalla Commissione europea arrivano all’agricoltore/azienda agricola, in particolare analizzando il difficile percorso degli organismi pagatori che ad oggi non sono attivi in tutte le Regioni. Il capitolo due, il più corposo, fornisce una panoramica sulle caratteristiche agricole delle singole macroregioni (Nord Est, Nord Ovest, Centro, Convergenza, Transizione), successivamente, elaborando i dati del Mipaaf (Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali) si sono individuate le caratteristiche delle macroregioni con l’ausilio di grafici e tabelle. L’ultimo capitolo, si pone l’obiettivo di realizzare una visione di sintesi dell’intero panorama italiano confrontando sia le singole Regioni che le macroregioni al fine di rispondere ad alcune domande alla base del presente lavoro. Domande del tipo: Quale Regione ha percepito più fondi Feaga nel periodo in esame? Qual è la Regione che ha speso in modo virtuoso i fondi Feasr? Qual è la Regione che ha ricevuto i pagamenti medi più alti in relazione al numero al numero di beneficiari? Qual è la Regione con la maggiore componente giovanile?
Tra gli argomenti che non sono stato trattati vi sono:
·        Un giudizio sui singoli Psr entrati nel loro ciclo di vita finale,
·        Una possibile simulazione di come dovrebbe essere la nuova Pac 2014-2020 alla luce delle risultanze della nostra analisi,
·        L’analisi della spesa nell’anno 2013. I dati relativi al 2013 sono stati pubblicati dal Mipaaf nei primi giorni di giugno 2014, quando questo lavoro era già allo stadio avanzato.







[1] http://dati-censimentoagricoltura.istat.it/